Onorevoli Consigliere e Consiglieri, come ormai noto, la società Roma Metropolitane versa in uno stato liquidatorio da più di tre anni, con un contratto di servizio ormai scaduto da due anni. La risoluzione dell’attuale situazione sembra molto distante, nonostante le innumerevoli dichiarazioni da parte dell’Amministrazione Capitolina. Proprio in relazione a questa complessa situazione riteniamo indispensabile mantenere un corretto rapporto industriale tra l’azienda ed i lavoratori, e non abbiamo mai smesso di sollecitare il Vertice societario su questo punto.
Solo negli ultimi sei mesi le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto corrisposte ben tre mensilità in ritardo, di cui una accreditata quasi un mese dopo. Alla data odierna è stato retribuito, e gravemente in ritardo, solo un acconto sullo stipendio di dicembre; per quello di gennaio sembra audace anche sperare, in quanto l’azienda ha comunicato già dal 12 del corrente mese che non avrà cassa per poterlo pagare. Non ci sono ancora, in atti ufficiali, prospettive sui futuri stipendi e concreti percorsi per uscire dalla perdurante crisi aziendale; resta - perciò - difficile concentrarsi sulle attività da svolgere, che continuano ad essere presenti ed importantissime e portate avanti dalle e dai dipendenti, nonostante tutto, con mirabile abnegazione. La richiesta aziendale di attivarsi su future attività, come il progetto della Stazione Venezia, annunciato anche recentemente dal Sindaco Gualtieri, mal si concilia con la mancata remunerazione dei lavoratori e con l’assenza di fondi indispensabili per assicurare il ripristino di tutti i servizi essenziali al funzionamento della sede e ad assicurare non solo l’operatività ma anche la salvaguardia del patrimonio aziendale.
Nel corso della commissione Mobilità, che si è tenuta su Roma Metropolitane il giorno 13 gennaio u.s., si è centrato il tema sul futuro del personale come principale apprensione, in un momento di crisi economica così critica; è stata avvertita, da parte di tutti i soggetti presenti e coinvolti a vario titolo, una inequivocabile difficoltà nel rassicurare i lavoratori e le lavoratrici sulle retribuzioni future e passate, e tempi certi sulla finalizzazione della fusione per incorporazione in RSM, più volte proclamata in ogni sede pubblica da Roma Capitale. Inoltre, non è stata pronunciata dai rappresentanti dell’azienda una parola netta a sostegno e difesa delle e dei dipendenti di Roma Metropolitane, e non è stata formulata alcuna proposta che consenta di trovare soluzioni tangibili atte alla risoluzione dei pagamenti degli stipendi e della realizzazione concreta del risanamento dell’azienda.
Il Sindaco e l’Amministrazione continuano a fare proclami sulle opere che attueranno, dalla Metro C ai Prolungamenti, con scadenze precise dettate dal Giubileo 2025, dal PNRR o dalla candidatura per l’Expo 2030, verso cui la nostra attenzione è da sempre massima. Alcune di queste attività sono, o saranno, di competenza di Roma Metropolitane, che però continua a non avere scadenze certe per il rispetto dei contratti con i propri dipendenti. In questo momento noi pensiamo alle famiglie che devono pagare l'affitto, il mutuo, saldare dei prestiti personali o comunque far fronte al fabbisogno familiare, e sono obbligati a scontrarsi con la realtà della vita quotidiana, con l'inflazione ai massimi storici. Per questo motivo, Roma Capitale e Roma Metropolitane devono mostrare verso le lavoratrici ed i lavoratori un forte senso di responsabilità atto a trovare la soluzione più celermente credibile. Ad oggi le lavoratrici ed i lavoratori continuano a svolgere le loro mansioni in regime obbligatorio di lavoro agile, in assenza di una sede agibile, e tutto a proprie spese, senza alcuna garanzia sugli emolumenti futuri.
La libertà del Datore di Lavoro di organizzare la propria attività lavorativa, per come garantito anche dalla Costituzione, trova in questo caso un limite. In particolare, l’iniziativa economica non può in nessun caso svolgersi con modalità che possano in qualche modo recare un danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana che sono diritti inviolabili dell’uomo. Nel corso di questi lunghi anni le lavoratrici ed i lavoratori di Roma Metropolitane hanno dimostrato con continui sacrifici e dolorose rinunce di essere modello di professionalità e serietà, di aver portato avanti le attività nonostante non ci fossero per loro le minime garanzie, nonostante fossero stati firmati dagli apicali aziendali documenti che prevedevano la fuoriuscita dall’azienda di 50 lavoratori definiti “disfunzionali non sanabili”; ancora oggi ci chiediamo come sia stato possibile aver pianificato un piano industriale di tale bassezza, anche sul piano etico.
Dal 2016 ad oggi sono usciti dall’organico di Roma Metropolitane 56 dipendenti, di cui ben 13 solo da ottobre 2021: il loro lavoro è stato distribuito alle colleghe e ai colleghi rimasti. Dal momento che le prospettive continuano ad essere incerte, non è più possibile continuare a chiedere ulteriori sforzi ai lavoratori che risultano allo stremo delle forze e della tenuta psico-fisica e sull’orlo degli esaurimenti delle proprie scorte economiche, con dure ripercussioni sul mantenimento delle proprie famiglie, costretti a subire incessantemente disagi e sofferenze di ogni natura. Crediamo che la straordinarietà dell’azienda e dei suoi compiti statutari non possa essere da sola motivo di rimozione delle enormi difficoltà di chi lavora e di sovraccarico dell’organico, in una situazione di totale assenza di rispetto per tutti i diritti del lavoro. Vi chiediamo pertanto un intervento in Assemblea Capitolina atto a trovare una immediata e condivisa soluzione a salvaguardia della struttura, delle attività e di tutti i dipendenti coinvolti.
Filt CGIL, Fit CISL, Uiltrasporti