Roma, 17 aprile 2021 - Gli Autoferrotranvieri-Internavigatori incrociano di nuovo le braccia il 1° giugno 2021, dopo la partecipazione quasi totalitaria agli scioperi dell’8 febbraio di 4 ore e del 26 marzo di 24 ore, continuano a non avere risposte alla legittima richiesta di rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro scaduto da più di tre anni e di miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali.
Malgrado le consistenti risorse stanziate dal Governo a salvaguardia del settore rispetto alle conseguenze della pandemia sulla sostenibilità delle aziende e del servizio, le rappresentanze Aziendali continuano a sostenere proposte irricevibili e a negare a lavoratrici e lavoratori del Tpl quello che è un sacrosanto diritto, ancor più motivato dal fatto di non aver mai interrotto la loro attività a garanzia del diritto costituzionale alla mobilità di tutti i cittadini italiani, anche nei momenti più difficili dell’emergenza sanitaria.
Non è più ammissibile che anche a fronte dei quasi 2 miliardi di euro giustamente assegnati a questo settore, fondamentale per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del Paese, le Aziende possano continuare ad ignorare le esigenze dei loro dipendenti preoccupandosi esclusivamente della tenuta dei loro bilanci, dai quali probabilmente nei prossimi mesi potrebbero emergere, peraltro, risultati fortunatamente meno catastrofici di quanto qualcuno vorrebbe far apparire.
Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Ugl Fna rivendicano il giusto riconoscimento che i lavoratori meritano, partendo da una copertura economica per il triennio contrattuale 2018-2019-2020, senza inserire all’interno della discussione argomentazioni inopportune e fuorvianti, e avviando, poi, immediatamente il confronto per il rinnovo normativo ed economico del CCNL.
Le attestazioni di stima e i ringraziamenti alla categoria, di cui tanti si riempiono la bocca, per la dedizione dimostrata, per il continuo e costante svolgimento del loro lavoro con professionalità, spesso in condizioni di grave disagio e a rischio della incolumità personale e della propria famiglia, esigono immediato riscontro, così come la necessità di riformare il settore anche attraverso la valorizzazione del lavoro. Parole che altrimenti perdono di contenuto e restano solo il misero tentativo aziendale di ottenere più risorse possibili.
Se l’atteggiamento di Asstra, Agens e Anav, e delle Aziende che esse rappresentano, non cambierà immediatamente la protesta proseguirà con sempre maggiore forza e convinzione, attraverso tutte le azioni che le norme ci consentiranno nella consapevolezza che purtroppo il disagio maggiore sarà come sempre sulle spalle dei lavoratori, che ne dovranno sopportare il sacrificio economico, e dei cittadini che ne soffriranno l’impatto sulla loro libertà di movimento!
IL RINNOVO DEL CCNL È UN DIRITTO!
Le Segreterie Nazionali