Roma, 10 febbraio 2021. - "Nel corso di un incontro conoscitivo con il Presidente dell'Autorità Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino, abbiamo sottolineato la necessità di un Patto di rete, ovvero di un'alleanza per il rilancio dei porti del Lazio e del Porto di Civitavecchia, adesso in crisi per la sua vocazione prettamente crocieristica, in calo del 73% a causa del Covid. Istituzioni, sindacati, parti sociali e tutti i protagonisti in causa dovrebbero partecipare a una pianificazione strategica orientata alla costituzione di un efficiente ecosistema logistico-industriale, che permetta non soltanto di reggere l'urto di questo duro momento, ma anche di potenziare il traffico merci".
É quanto si legge in una nota dei Segretari Generali della Filt-Cgil di Roma e Lazio, della Fit-Cisl del Lazio e della Uil Trasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago, in cui si aggiunge che "il cosiddetto 'Porto di Roma', se correttamente valorizzato con l'implementazione della capacita' logistica qualitativa e quantitativa portuale e retroportuale, può diventare un hub strategico per i traffici nazionali e internazionali, e rappresentare un vero e proprio volano per l'import-export di tutto il bacino laziale, portando benefici all'intero tessuto produttivo del territorio. Al tempo stesso, non va affatto trascurata la crocieristica, campo in cui il Porto di Civitavecchia è leader in Italia e secondo in Europa".
"L'economia del mare- proseguono i sindacalisti- è un segmento economico spesso sottovalutato, ma che nel Lazio genera un valore aggiunto di 7,7 miliardi di euro: dati che, particolarmente in questo momento di crisi, non possono lasciarci indifferenti. Riteniamo quindi fondamentale intervenire sui collegamenti intermodali, quali l'ultimo miglio ferroviario e la Orte-Civitavecchia e procedere sull'istituzione della Zona Logistica Semplificata, che puo' rappresentare un elemento di facilitazione cruciale. É poi importante monitorare i processi di innovazione, facendo in modo, con uno sforzo comune condiviso, che l'innovazione tecnologica che caratterizza il comparto non sia 'nemica' dell'occupazione, ma che al contrario rappresenti un'occasione".