FILT CGIL FROSINONE LATINA: REINTEGRATI DUE LAVORATORI PRESSO DRS A LATINA SCALO


Il Tribunale di Latina, con le ordinanze n. 9823 e n.9824 del 27.07.20, ha reintegrato due lavoratori appartenenti alla FILT CGIL di Frosinone Latina che erano stati licenziati a seguito di una procedura di mobilità, condannando altresì la società a corrispondere in favore dei medesimi un risarcimento pari a 12 mensilità.

Il Segretario Generale della Filt Cgil Frosinone Latina Daniele Marciano esprime grande soddisfazione per la sentenza, evidenziando come il gioco di squadra sia stato fondamentale per arrivare a questo risultato, una vertenza che ha visto impegnata tutta la categoria insieme all’ufficio vertenza della Cgil nella persona di Angelo Tomeucci.

La vicenda trae le mosse da un licenziamento collettivo che avrebbe dovuto interessare nove dipendenti della società DRS – Depositi Regionali Surgelati S.p.a., realtà economica che opera nel settore della logistica, dello stoccaggio e della movimentazione di alimenti surgelati per note aziende e/o gruppi di imprese internazionali, tra cui Findus e Unilever.

I lavoratori coinvolti nella procedura di mobilità venivano successivamente ridotti da 9 a 4 e, tuttavia, la società, in modo strumentale, intimava il recesso sia ai sensi della legge n. 223/1991 e, quindi, qualificandolo come licenziamento collettivo, sia, in subordine, quale licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo, individuando peraltro le stesse ragioni poste a fondamento della procedura di mobilità. La difesa dei ricorrenti eccepiva, quindi, che non fosse possibile, né ammissibile, intimare un licenziamento per motivo oggettivo per soppressione del posto di lavoro una volta che fosse stata aperta la procedura di mobilità. Tale operazione, infatti, vìola i principi e le garanzie apprestate dalla legge n. 223/1991, normativa di carattere imperativo che prevede il coinvolgimento del sindacato il quale può verificare la correttezza dei criteri indicati per procedere alla selezione dei lavoratori da licenziare.

Il giudice ha dichiarato illegittimo il licenziamento in quanto irrogato in violazione dei criteri di scelta rilevando altresì che, una volta avviata la procedura di mobilità e intimato il licenziamento come collettivo non è consentito al datore di lavoro tornare sui propri passi e utilizzare in maniera strumentale le stesse ragioni per licenziare i lavoratori anche per giustificato motivo oggettivo, ossia per ragioni economiche.

Tale provvedimento risulta di particolare interesse in quanto, ancora una volta, pone un argine condotte e procedure scorrette, attuate in frode alla legge da parte di società che tentano di aggirare norme imperative per sbarazzarsi facilmente di lavoratori utilizzando, a piacimento e in modo abusivo, ragioni diverse da quelle inizialmente addotte a sostegno del recesso collettivo.

“Si tratta di una vittoria importante per i diritti di chi lavora - aggiunge Marciano - e dimostra anche che quando i lavoratori e le lavoratrici, insieme al sindacato, rivendicano i propri diritti senza paura, si ottengono risultati che sono di esempio per tutti, a maggior ragione in un settore come quello della logistica dove i soprusi sono sempre in agguato”