Poco economica, poco efficace sul piano organizzativo, poco sicura. La scelta di estendere l'orario della metro all'una e trenta nei weekend, come in fase pre covid, non piace. A bocciarla su tutta la linea, e a chiedere un tavolo di confronto su questo e più in generale sul trasporto pubblico post coronavirus, la Filt Cgil Roma e Lazio.
"La domanda ha subito importanti distorsioni - spiega a RomaToday il segretario Daniele Fuligni - e il Comune non ha attivato nessuno strumento tecnico dove avviare con le parti sociali un confronto". Semplicemente Atac ha scelto di tornare al servizio pre emergenza, senza però tenere conto, è la critica, di alcune differenze importanti. Emblematico l'esempio della metropolitana nel fine settimana. Per il sindacato, la decisione di affiancare al servizio su gomma anche quello sotterraneo a copertura del servizio fino all'1 e 30, nel fine settimana, si scontra con una scarsa domanda in quella fascia oraria.
La prima conseguenza è banalmente di cassa. In tempi non proprio floridi in cui sul bilancio di via Prenestina pesano le perdite economiche del periodo di blocco totale, Atac non potrebbe permettersi sprechi. "Parliamo di 10 persone a treno per ogni corsa, un numero esiguo di passeggeri che non giustifica la presenza del servizio, che potrebbe tranquillamente essere coperto dai bus di superficie" spiega Fuligni. Senza contare il gap manutentivo sulle vetture.
Allungare il servizio vuol dire far rientrare i treni in rimessa non prima delle tre di notte. Alle 4 devono già essere operativi per le prime corse della mattina. Manca il tempo per effettuare tutte le operazioni di manutenzione ordinaria. Infine, ultima ma non per importanza, un'altra questione: la sicurezza di operatori e passeggeri. "Treni più vuoti e stazioni meno frequentate possono rappresentare il terreno fertile per episodi di violenza, soprattutto in una città con le caratteristiche urbanistiche di Roma" denuncia ancora il segretario romano della Filt Cgil. “
Da qui la lettera inviata alla sindaca Virginia Raggi e alla prefetta Gerarda Pantalone. Si chiede un passo indietro e la possibilità di un confronto attivo: se è infatti vero che l'emergenza sembra essere alle spalle, e che il ripristino del servizio ordinario di Tpl era certo auspicabile, la domanda è cambiata in quantità e modalità. E su questa, è la richiesta, andrebbe avviato un tavolo di monitoraggio e confronto, per calibrare al meglio il servizio.