Fiumicino, 20 marzo 2020 - Con riferimento all’emergenza, alle dimensioni del fenomeno epidemico orami diffuso su tutto il territorio nazionale, dobbiamo constatare che le conseguenze derivanti dai provvedimenti di sospensioni delle attività di ogni ordine e grado hanno generato una consistente crisi sull’economia industriale del paese, sulla finanza pubblica e sui mercati finanziari, nonché sull’economia della nostra Regione e in particolar modo sull’economia regionale dei trasporti e dei servizi.
In particolare, nel settore del trasporto aereo, pur essendo un servizio di pubblica utilità, l’operatività è oramai ai margini, gran parte degli aeroporti italiani svolgono attività di emergenza compreso l’aeroporto di Ciampino, gli aeroporti che garantiscono un servizio commerciale di traffico civile come l’aeroporto di Fiumicino, è sostenuto dalla unica compagnia aerea italiana rimasta sul territorio “Alitalia”.
Una situazione surreale per il settore del trasporto aereo, le conseguenze industriali e finanziarie delle compagnie aeree, delle società di erogazioni dei servizi di handlers, di catering, dei gestori aereoportuali sono visibili e noti a tutti, il ricorso agli ammortizzatori sociali per contrastare l’emergenza è l’unico strumento per garantire l’imprese, il lavoro e i lavoratori.
Dobbiamo comprovare che gran parte delle procedure del settore aventi a richiesta gli ammortizzatori sociali si sono risolti nel confronto di esame congiunto con esito positivo e con l’anticipazione dei trattamenti economici a carico delle società.
Tutto ciò, in una fase di grande difficoltà per il sistema paese e soprattutto per i lavoratori che risultano essere l’anello più fragile della filiera del settore, può considerarsi un punto di forza, ma ci sono le eccezioni che non ti aspetti da imprese e imprenditori che in una fase come questa più che tutelare i propri dipendenti pensano a come preservare i propri capitali e interessi economici. A tal proposito, vi è la necessità di monitorare ed evitare che spinte estemporanee di alcuni datori di lavoro assunte con troppa libertà attraverso il ricorso a procedure di licenziamenti collettivi, possono produrre sospensioni dal lavoro nonché di retribuzioni ingiustificate e penalizzanti per i lavoratori.
In questa fattispecie, si configura l’indifferenza delle società “Aviapartner e Aviation Services” che in barba di qualsivoglia situazione di emergenza e sofferenza dei lavoratori non vogliono riconoscere agli interessati, l’anticipazione del trattamento economico sull’ammortizzatore sociale utilizzato.
Stiamo parlando di società multinazionali che operano sullo scalo aeroportuale di Fiumicino e Ciampino con licenze ENAC e che in questi anni, dai servizi offerti alle compagnie aeree, hanno ricavato solo benefici chiudendo i propri bilanci in attivo con l’esclusivo e fattivo contributo dei lavoratori e delle lavoratrici delle società.
Senza ombra di dubbio stiamo parlando di un settore in crisi, di imprese in difficoltà, ma che con i provvedimenti adottati dal Governo possono accedere al credito, a benefici di ogni genere in termini di sospensione di oneri contributivi dovuti ad enti previdenziali e fiscali, di ammortizzatori sociali e di tutto di quello che è emanato.
Tutti gli operatori del settore sanno che la ripresa dell’attiva dei voli commerciali sarà lenta e che nel settore del trasporto aereo il provvedimento a riguardo dell’ammortizzatore sociale di integrazione salariale delle nove settimane, definito con il “Decreto Cura Italia” risulta essere un accorgimento temporaneo e non risolutivo.
Tutte le aziende del settore devono predisporre dei sistemi di cassa integrazione stabili e strutturati per gestire la fase della ripresa, è un percorso che in alcune realtà già si è iniziato ad intraprendere, solo le società “Aviapartner e Aviation Services” si ostinano a fare cosa diversa lasciando a casa i lavoratori senza retribuzione e senza integrazione del salario in quanto la tipologia di ammortizzatore sociale richiamata all’art.19 del Decreto Legge “Cura Italia” non è rievocata nel regolamento del Fondo di Solidarietà del trasporto aereo.
Francamente non capiamo e condividiamo questa posizione e ci domandiamo come una società che ha precisi obiettivi in un contesto industriale significativo come quello del trasporto aereo, possa privarsi della collaborazione dei propri dipendenti che hanno sempre operato e continuano ad operare anche in condizioni di precarietà, con protezioni ed ausili limitati.
Riteniamo che mai come in questa fase ci sia bisogno della collaborazione di tutti, nessuno escluso, perché certi comportamenti non possono essere tollerati e condivisi, e perché la salute dei lavoratori e la garanzia di un salario viene prima di ogni singolo interesse.
Segreterie Regionali/Provinciali trasporto aereo Lazio Filt Cgil – Fit Cisl – UilTrasporti – Ugl T.A