ROMA, 26 febbraio. Presso il prestigioso Teatro delle Muse, a Roma, si è tenuto il convegno “Mobilità e infrastrutture per lo sviluppo. Ripartire per lo sviluppo”. Tra i relatori erano presenti Mauro Alessandri, assessore regionale alla Mobilità, Enzo Foschi, vicesegretario del PD Lazio, Luigi Gentili, sociologo esperto di sviluppo economico, Marino Masucci, segretario generale della Fit-Cisl, Michele Meta, già presidente della commissione Trasporti alla Camera dei Deputati, Eugenio Stanziale, segretario generale Filt Cgil. L’iniziativa è stata organizzata dai comitati di Piazza Grande Trasporti, Mobilità, Coesione Industriale e Aeroporto. Un bel dibattito, quello della tavola rotonda allestita sul palco del Teatro, dove sono stati affrontati diversi argomenti sul futuro della Mobilità al livello locale e nazionale.
“Occorre sostenere i trasporti – afferma Enzo Foschi – per creare vera occupazione”. “Gli investimenti sui trasporti, insieme a quelli sulle infrastrutture energetiche, sono tra quelli a più alto rendimento – afferma il sociologo Luigi Gentili – e come tali devono rientrare tra le priorità di ogni piano industriale. Purtroppo ciò non spesso avviene, e le proposte superficiali, fatte di slogan che incidono minimamente sui settori strategici dell’economia, sono spesso legati al neo-pupulismo che devasta il sistema industriale”. Gentili cita anche il noto economista Kenneth Rogoff, che da tempo ribadisce l’importanza di incidere sulle infrastrutture della mobilità per dare una spinta alla crescita.
Occorre superare lo “spread infrastrutturale”: è questo il monito che emerge nel convegno. Esso è ritenuto una delle principali cause che mortificano gli investimenti produttivi, e i trasporti sono chiamati direttamente in causa. Vincenzo Gambardella, portavoce dei Ferrovieri, nell’aprire la serata ha sottolineato l’importanza di eventi come questi, che necessitano di un lavoro di rete indispensabile per dare voce alle esigenze del comparto produttivo.
Nella mozione di Nicola Zingaretti gli interventi ad alto impatto produttivo sono al centro della proposta politica. Ciò con un obiettivo preciso: aumentare del 50% gli investimenti pubblici, riportandoli al livello del 3% del Pil, come avveniva prima della crisi. Il tutto, sostenendo il ruolo strategico dello Stato investitore, e non solo un mero regolatore. Una sfida, questa, che avremo davanti nei prossimi appuntamenti politici.
Fonte ECONOMIA H24