CGIL
CISL UIL COSTITUISCONO IL
COMITATO
PER IL NO AL REFERENDUM
per
la messa a gara del servizio di trasporto pubblico a Roma
Nome
del comitato: Trasporto Pubblico
Cgil,
Cisl e Uil di Roma invitano i cittadini a votare NO al referendum
consultivo dell’11/11/2018.
Esso
pone due quesiti riguardanti la messa a gara del servizio di
trasporto pubblico a Roma con l’intento, neanche troppo celato, di
trasferire le attività di ATAC ai privati.
“Privatizzare”
sembra essere per alcuni la parola magica in grado di dare
miracolosamente equilibrio, efficienza e servizio di qualità, contro
un “pubblico” che in automatico dovrebbe evocare dissipazioni,
scarsa produttività e conti in rosso.
Noi
pensiamo che questa tesi sia sbagliata perché non convince la
semplificazione: privato=efficienza, pubblico=inefficienza.
Negli
ultimi decenni si sono susseguite diverse privatizzazioni e/o
esternalizzazioni dei servizi pubblici locali, senza analisi di
valutazione, preventiva e successiva, sugli effettivi risparmi per
l’ente appaltante, senza diminuzione delle tariffe e senza una
programmazione negoziata degli standards di qualità. Queste
privatizzazioni non hanno prodotto effettivi miglioramenti misurabili
con parametri oggettivi quali ad esempio riduzione dei costi o
aumento di qualità e quantità di servizio Infatti
le aziende
pubbliche date a privati nella fase di crescita hanno privatizzato i
profitti e poi, di fronte alla crisi, hanno socializzato le perdite
scaricandone i costi sulla collettività.
Per
non parlare poi dei diritti spesso calpestati, primo fra tutti il
diritto alla retribuzione, come dimostrato dalle vicende di Roma TPL,
azienda privata che gestisce a Roma circa il 20% del trasporto
pubblico e che, oltre
a non pagare regolarmente gli stipendi
non è un modello di efficienza ma al contrario è causa di continui
disagi per i cittadini.
Quando
un’azienda ha come scopo il fornire servizi pubblici non può
rincorrere il profitto
ma deve preoccuparsi esclusivamente di essere efficiente e soddisfare
le esigenze dei cittadini. Dovremmo tutti convenire sul principio
che, imprese che hanno a che fare con i beni comuni non possono
massimizzare i profitti, ma devono essere orientate a una gestione in
cui l’eventuale utile viene investito in mezzi, infrastrutture e
personale.
Nessun
privato investe capitali in un'azienda senza la prospettiva di
cospicui guadagni, aspettativa che consideriamo legittima ma che va
in conflitto con il principio del servizio pubblico quando fa
ricadere sulla collettività, oltre al costo del lavoro e i costi di
gestione, anche quelli dei profitti attesi dall’imprenditore. Al
cittadino è lecito chiedere il costo del servizio ma non è
eticamente accettabile che sulle sue tasche gravino anche gli utili
dell’impresa.
Da
ciò consegue che un'azienda pubblica deve funzionare secondo
la logica del non-profit,
mantenendo in equilibrio il bilancio, valorizzando competenze e
professionalità, offrendo un servizio efficiente.
Deve
essere chiaro che dietro le imprese pubbliche che offrono servizi
essenziali quali trasporti, rifiuti, sanità, servizio idrico,
servizi sociali, si nasconde
oggi gran parte della qualità della vita dei ragazzi, dei giovani,
degli anziani e, in modo particolare, dei più deboli, dei meno
protetti, dei più poveri.
E’
inaccettabile immaginare che trasporto
pubblico,
asili nido, ospedali, musei, scuole, ecc., possano diventare
strumenti nelle mani di qualcuno che cerca il massimo profitto!
I
vari servizi pubblici qui richiamati devono essere considerati “beni
comuni” non economici, perché sono da assicurare a tutti; quindi,
mantenere i servizi essenziali sotto la sfera pubblica è l’unico
modo per garantire uguaglianza
e pari diritti tra cittadini.
Difendere
il carattere pubblico di ATAC non ci esime però dal riconoscere
problemi e criticità che sono all’origine dell’attuale stato di
crisi. C’è quindi la necessità e l’urgenza di interventi –
ognuno per la parte di loro competenza – da troppo tempo rimandati
da parte della Regione e del Comune di Roma.
Per
tale ragione Cgil, Cisl e Uil ritengono indispensabile affrontare le
seguenti priorità:
- Recuperare l’equilibrio economico-finanziario
- Proseguire l’opera di riorganizzazione e efficientamento dell’azienda, insieme alla valorizzazione delle professionalità e delle competenze condizione questa essenziale per promuoverne il rilancio e dare una prospettiva di stabilità.
- Investire in infrastrutture, in nuovi mezzi e in innovazione tecnologica affinché, insieme alla nuova organizzazione del lavoro, si possa migliorare in qualità e quantità il servizio.
- Intervenire sul Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale affinché si punti a un riequilibrio delle risorse da destinare a Roma, tenendo conto delle dimensioni geografiche e demografiche della Capitale
- governance aziendale per rendere credibile e praticabile l’implementazione del Piano Industriale.
Queste priorità devono però essere supportate da atteggiamenti responsabili e da una nuova capacità di fare sistema da parte dei vari livelli istituzionali.
CGIL CISL e UIL invitano quindi tutti i cittadini ad affermare il primato del pubblico nei servizi essenziali, a sostenere il piano di rilancio di ATAC, a difendere un bene comune
votando NO al referendum dell’ 11 novembre