"Le vicende che stanno interessando Atac in questi giorni, con la nomina del nuovo direttore generale e il progetto di una 'macrostruttura leggerissima', coinvolgono e interessano il sindacato nella misura in cui mirano a contenere i costi del management con interventi seri di razionalizzazione.
D’altronde sin dal 30 novembre 2011 e 17/07/15, con Atac e successivamente con le istituzioni, le organizzazioni sindacali hanno sempre preteso impegni precisi da parte dell’azienda e del mondo politico stabilendo l’obiettivo del contenimento del costo del lavoro dei dirigenti e quadri. Oggi, le scelte politiche che riguardano il management possono riguardarci sono nella misura in cui effettivamente portino alla salvezza di questa dilaniata azienda". Così, in una nota, Eugenio Stanziale, segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio, Francesco Sorrentino, segretario generale della Fit Cisl di Roma e del Lazio e Simona Rossitto, segretaria generale della Uil trasporti.
"Finora, lo ricordiamo - continuano - le lavoratrici e i lavoratori sono gli unici ad aver fatto la loro parte subendo un pesante accordo, quello del 17 luglio, mirante all’aumento dei livelli di produttività. Per questo la nostra unica preoccupazione adesso devono essere loro, che peraltro sono il vero motore di Atac, consentendo, con professionalità e alto senso di responsabilità, di attuare il core business aziendale, spesso dimenticato dalla politica e dall’azienda stessa. Dunque, i lavoratori devono venire prima di tutto e proprio per loro occorre ripartire dall’accordo del 17 luglio, ancora in molte parti inapplicato o non correttamente applicato. Riteniamo che un’azienda complessa e importante come questa per l’espletamento di un servizio pubblico, non possa continuare a essere un giocattolo nelle mani della politica e del clientelismo; il suo rilancio deve partire proprio dai lavoratori che, pur non avendo alcuna colpa per quello che è successo alla loro azienda, hanno dimostrato di volersi rimettersi in gioco e per questo meritano il rispetto da parte di tutti, perché sono loro che ci mettono la faccia e sono loro che subiscono le intemperanze e le aggressioni di cittadini esasperati per colpa di inefficienze strutturali imputabili solo e solamente alla politica e al management". "Visti gli accordi e i provvedimenti legati all’aumento di produttività che stanno riportando Atac a essere un’azienda efficiente ed efficentata - concludono - esprimiamo la nostra preoccupazione su quanto potrebbe accadere se si dovesse procedere in Atac secondo quanto previsto dal dl Madia, che potrebbe mettere in discussione il lavoro fatto sino a oggi e che è in totale antitesi al processo di risanamento alla nostra proposta da sempre rivendicata: l’azienda unica regionale".